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Proposta di insignire la senatrice a vita Liliana Segre della cittadinanza onoraria del Comune di Mola di Bari


L'iniziativa è dell' Associazione Futura”, è qualcosa che sta in mezzo tra il giorno della memoria e la giornata mondiale dei diritti umani, che poi in teoria dovrebbero convergere e sfociare sempre nella stessa direzione.

Non so se la proposta sarà accettata, ma l'entusiasmo è veramente tangibile leggendo la convinzione con la quale è stato scritto il seguente comunicato: 

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L’associazione “FUtuRA” di Mola di Bari, invita il Sindaco, la Giunta e tutto il Consiglio comunale ad accogliere la proposta di insignire la senatrice a vita Liliana Segre della cittadinanza onoraria del nostro Comune.

Siamo stati ispirati dalle numerose iniziative promosse da tanti Comuni italiani e in particolare da quella del presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, che in occasione dell’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani chiama a raccolta il 10 dicembre 2019 a Milano tutti i sindaci d’Italia, da nord a sud, piccoli e grandi Comuni, di ogni appartenenza politica o partitica, per manifestare insieme, indossando la fascia tricolore, in segno di solidarietà alla senatrice a vita Liliana Segre, da qualche giorno costretta a vivere sotto scorta ed a consegnarle una fascia tricolore a testimonianza della totale, piena e incondizionata condivisione di quei valori che la senatrice rappresenta e che sono le fondamenta della nostra Repubblica.

Ci hanno profondamente colpito le parole proferite da questa sopravvissuta all’Olocausto nel corso di una trasmissione televisiva andata in onda il 2 novembre su Rai3. Al conduttore che, a proposito del numero 75190 tatuatole sul braccio sinistro nel campo di concentramento di Auschwitz, le chiedeva se avesse mai pensato di toglierselo o di coprirlo, questa straordinaria donna, con enorme dignità, rispondeva: «Assolutamente no. Quel numero lo porto con grande onore perché è la vergogna di chi lo ha fatto». È stato, crediamo per molti, un momento particolarmente toccante.

Purtroppo le recenti notizie testimoniano, ogni giorno, come l’odio, la discriminazione, l’intolleranza, la violenza, la stupidità trovino sfogo in Italia, spesso incontrando anche una certa tendenza all’assuefazione, al giustificazionismo, alla minimizzazione, ancora oggi, a più di ottant’anni di distanza da quel 5 settembre 1938, quando, con l’approvazione delle leggi razziali fu scritta la pagina più spregevole della storia del Paese. 
Sono sempre più frequenti gli episodi, le circostanze, le enunciazioni che evidenziano ostilità ingiustificata e accanimento intriso di livore nei confronti di popoli che hanno sofferto molto nella storia recente del nostro paese. È successo anche qualche giorno fa, col raid vandalico al giardino inaugurato recentemente proprio dalla senatrice Segre.

La notizia dell’assegnazione della scorta a questa tenace testimone dello sterminio degli ebrei, ci pone l’obbligo di dare un segnale ai portatori di odio e a quella politica incapace di trovare, su temi così delicati, un terreno d’incontro, da tenere al riparo dalle strumentalizzazioni dettate solo dalla continua ricerca del consenso a tutti i costi.
In un paese democratico come il nostro, tutto questo non deve succedere. La prima scorta di Liliana Segre dobbiamo essere noi. 
Schierarsi dalla sua parte significa schierarsi a difesa dei principi e dei valori fondanti della nostra Costituzione. 
Ciascuno è chiamato a fare la propria parte e sarebbe bello che un gesto simile provenisse dall’intero Consiglio comunale che rappresenta la comunità a cui tutti noi apparteniamo.
È importante che anche la nostra Mola esprima con orgoglio, e a gran voce, una promulgazione di estraneità a quei fenomeni di razzismo, di discriminazione e d’intolleranza.

Auspichiamo che la nostra proposta raccolga molte adesioni da parte di singoli cittadini, rappresentanti di Associazioni e Forze politiche, e che venga accolta in primis dall’Amministrazione unitamente all’intero Consiglio comunale.

Fiduciosi che tutti Voi apprezziate lo spirito della nostra proposta che non dovrebbe avere alcun colore politico, giacché condiviso dovrebbe essere lo sgomento provato nel veder messa sotto protezione un’anziana signora che ha subito tanto male in maniera estremamente malvagia e per la sola colpa, poiché qualcuno ha ritenuto dovesse considerarsi tale, di essere ebrea.

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