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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

" ALTALENA" (la stanza di Pinocchio) liberamente tratto da “Pinocchio di Carlo Collodi” - 14 dicembre 2019 - XX Stagione di Prosa del teatro Angioino di Mola di Bari


Quante volte abbiamo pensato di essere burattini?
Quante volte abbiamo sognato di tagliare i fili?
E chi controlla i fili?
Chi li ha tagliati, spezzati?
Chi li ha, chi non li ha più e chi non li ha mai avuti?

Domande che rimandano sempre allo stesso personaggio: Pinocchio.

Nel mondo che va dai Chaltrons a Paul McCartney con o senza Beatles, che parla di Argentina ed Uruguay come se si riferisse a Venezia o Verona e magari vive a Capurso, è sempre valido il concetto che è vero tutto ed il contrario di tutto, ma poi gira e rigira ci si ritrova sempre a fare i conti con gli stessi personaggi dai quali c'è sempre qualcosa da cogliere ed approfondire.

Sabato 14 dicembre 2019 alle ore 21.00, nell'ambito della XX Stagione di Prosa del teatro Angioino di Mola di Bari, organizzata dalla Compagnia Teatro d'Oggi e la Direzione Artistica di Francesco Capotorto, sarà in scena la Compagnia L’Occhio del Ciclone Theater con
 " ALTALENA" (la stanza di Pinocchio) liberamente tratto da “Pinocchio di Carlo Collodi” adattamento: Gianfranco Groccia, Giambattista De Luca.
Con Lino De Venuto, Giambattista De Luca, Loredana Lorusso , Nicola Borreggine, Isa Gigante, Ada Interesse, Vitangelo Pugliese, Caterina Rubini, Michele Scarafile, Anna Volpicella.
Regia e scena: Gianfranco Groccia
Fonica e luci : Nicola Santamato.
Scenotecnica : Emanuele Hila

Reciteremo nuovamente la formula "C’era una volta …  Pinocchio", nato dalla penna di Carlo Lorenzini (Collodi),  ma la verità è che c'è ancora.

Letto e riletto, visto e rivisto innumerevoli volte. 
Ma chi è il vero protagonista di quest’opera? 
Pinocchio, verrebbe istintivamente da rispondere. 
Ma ad una analisi più attenta non possono sfuggire il rapporto padre-figlio, le diverse situazioni di instabilità che caratterizzano il complesso passaggio tra infanzia e adolescenza (in Pinocchio, nello specifico da burattino a bambino) intriso di “tentazioni, colpe, punizioni, premi e pentimenti”.

Ancora: Pinocchio è davvero bugiardo? 
La risposta non è così ovvia come potrebbe apparire. 
Le bugie del burattino (mezzo di difesa !?) sono forse un pretesto “letterario” per far emergere meglio e nel modo più semplice possibile la faticosa transumanza nel mondo reale degli adulti, dove nulla viene perdonato, dove tutto si paga a caro prezzo, compresa una bugia o un semplice errore di valutazione. 

Queste riflessioni prendono corpo e fisicità nello spettacolo non solo attraverso il linguaggio verbale, ma anche e soprattutto attraverso la forza dirompente e suggestiva della gestualità corale. 
Alla fine il protagonista è un supereroe perché rappresenta tutto quella che ci fa paura, tutto quello che ci da gioia e tutto quel processo di crescita che deve affrontare ciascuno di noi.

L’altalenarsi delle vicende è oggettivata dalla presenza fisica di un’altalena, metafora essa stessa dell’esistenza incerta, barcollante ma anche sorprendente e aperta al lieto fine, con una rappresentazione che sfrutta l'ideale macchina del tempo di ognuno di noi non solo per dimostrare che l'essenza non ha età e che gli avvenimenti non sempre riguardano il proprio tempo di appartenenza, specialmente se il percorso è di crescita.
 
Il teatro abbatte la quarta parete e in questo specifico caso abbatte ogni parete creando una stanza immaginaria senza luogo e senza tempo, una stanza senza porte, spalancata e accogliente dove tutti i personaggi interagiscono fisicamente tra loro, anche quelli che non dovrebbero mai incontrarsi.
 
La fiaba di Pinocchio è la storia dell’umanità, anagraficamente adulta o adolescente che sia, la storia di ruzzoloni e di risalite, di capitomboli e di riprese, di cadute e redenzioni, nel tentativo sofferto e individuale di cercare “la strada giusta”, forse solo e semplicemente un senso alla propria esistenza!
In fondo c’è un Pinocchio in ciascuno di noi! 

Informazioni e prenotazioni 
presso il botteghino del teatro Angioino
aperto tutti i venerdì sabato e domenica dalle h 18.30 alle h.20.30
e nei giorni di spettacolo dalle h.17.00. 
tel 0804713061

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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