Le cose non sono mai quello che sembrano ©. Clicca sull'immagine.

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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Scroccate un pò di leggerezza a Minnie the Moocher



Esiste un sovraccarico di lavoro, di pressioni, di informazioni, di nozioni in questa epoca particolare nella quale hai la sensazione di poter avere il mondo in una mano, ma quasi nella totalità dei casi ti perdi in quel mare di informazioni, o presunte tali che mandano in "crash" il cervello e che ti fanno diventare "scazzato" piuttosto che attivo.


E' qualcosa che ha del paradossale, ma credo sia abbastanza diffusa.
Non c'è soprintendenza a limitare i danni e nemmeno i sindacati a far finta di proteggerti; immaginiamo la nostra condizione come quella di un server pieno zeppo di dati che non riesce a far fronte alla rete.

Se band delle mie parti, si concentrano su un nome che suona come "Seinfrequenza" vuol dire che almeno ci si domanda se si possa viaggiare nella stessa direzione anche per poter condividere ed offrire arte.

"Spazio, ultima frontiera"... così iniziavano tutte le puntate di "Star trek", ideale trasposizione della realtà in un futuro possibile, per certi versi ideale, ma che conteneva la perenne lotta tra bene e male.

E non è un semplice derby Bari - Lecce, ma una lotta molto combattuta e che se dovesse essere parafrasata con uno sport, non sarebbe individuale, ma neanche paragonata con lo sport nazionale per eccellenza.

In un mondo che sembra un infinito "sei nazioni" di rugby talvolta è difficile far fronte a concetti quali il possesso delle proprie facoltà o il possesso vero e proprio anche in termini materiali.

"What you've got they can't deny it
Can't sell it or buy it
Walk on, walk on
"
(Quello che possiedi non possono negartelo
Non possono venderlo né comprarlo
Vai avanti, vai avanti)
(U2)

Quando I Blues Reflex suonarono nella culla del blues e del jazz barese, il "Bohemien jazz cafè" non avevano idea che l'esecuzione del brano del quale ho pubblicato il video potesse generare questa mia riflessione.

Il brano è uno di quelli che sono passati alla storia…
Lo so, questo è proprio lo scopo della band: riportare alla memoria ciò che, comunque, non potrà mai essere dimenticato!!!

La poesia solo in piccola parte si trova negli innumerevoli libri detti di poesia.
(Benedetto Croce)
Ma mi ha fatto riflettere il fatto che un brano del genere possa aver generato e generare ancora tanto entusiasmo.

Non c'è giorno durante il quale non ci si renda conto che le popolazioni diventano un insieme di "chi sono io e chi sei tu", ci facciamo tante "seghe mentali" su concetti che riteniamo filosofici anche quando non lo sono affatto o meglio cerchiamo di fare filosofie e di abbozzare questioni di principio anche sulle cazzate.

Minnie the Moocher … che possiamo tradurre più o meno come  "Minnie La Scroccona" è una canzone jazz del 1931 registrata da Cab Calloway e dalla sua orchestra.

 È famosa per il suo testo improvvisato e con diverse parti senza apparente senso (ad esempio, Ari ari ari ha, Heidi heidi heidi hi). 

Durante le sue esibizioni, a Calloway piaceva avere la partecipazione del pubblico al quale chiedeva di ripetere le frasi che cantava, in una forma di "chiamata e risposta" tipica di questo genere musicale; a volte Calloway cantava versi così lunghi, complessi e insensati che il pubblico scoppiava in fragorose risate per la difficoltà che riscontrava nella ripetizione esatta del testo.
Il singolo vendette un milione di copie e venne premiato con il Grammy Hall of Fame Award 1999. 

Se ci vuoi vedere qualcosa dietro ti potrebbe anche fare alzare le antenne per trovare concetti alla "Satyricon", ma molto probabilmente non li troverai, perché molto spesso le cose migliori sono le più semplici.

Come potrebbe lavorare un "Sarto per Signora", questo brano calza a pennello per i Blues Reflex, specialmente durante la parte dei loro concerti nella quale vogliono coinvolgere e divertirsi con il pubblico, una sorta di "San Valentino" durante le esibizioni che pur contengono brani difficili e ricercati e comunque più introspettivi, visto che anche Minnie the Moocher è soprattutto un grande brano.

Se la scaletta della serata di una band può essere paragonata ad un percorso, se vogliamo essere melodrammatici, alla vita, possiamo notare che possiamo assistere ad una parte più veloce, più allegra, ad un'altra più intensa, anche se le situazioni si possono mischiare in base a tante situazioni, ma quando il pubblico si diverte di più?

Magari nell'anima rimarrà l'interpretazione del brano più bello, più intenso, magari il preferito in assoluto, ma quando avrà riso, si sarà divertito di più e gridato a squarciagola?

Io un'idea ce l'avrei:

"Ari ari ari ha, Heidi heidi heidi hi"

La vita è come un concerto, va bene tutto, va bene la serietà, ci sono i problemi, le incomprensioni, i momenti più intensi, più brutti, ma quello che spero tutti un giorno possano imparare è che 
spesso è la leggerezza dell'anima a fare la differenza….

molto spesso ci si perde e ci si attorciglia sul nulla….

allora divertitevi, scroccate un po' di sana leggerezza a Minnie…

poche seghe mentali 
e più 

"Ari ari ari ha, Heidi heidi heidi hi"

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© Copyright 2013 Mancio Mario Ruggiero

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