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Il primo romanzo di Mancio M. Ruggiero

Lo "Sciopero Postale" del 25 Maggio 2018


Devo fare una doverosa premessa:
Non ci si rende conto spesso che il servizio postale come la sanità, la scuola, i trasporti, l’assistenza ecc. sono un bene e una conquista sociale.
Sarebbe necessario rivolgere un appello anche ai cittadini utenti, che subiranno le conseguenze di questo ulteriore stravolgimento del servizio postale.


Recapito a singhiozzo, ritardi, e consegne di bollette scadute ed altro sono ormai all’ordine del giorno, fanno parte di una strategia che con molta probabilità, in un futuro non lontano porterà alla svendita e alla cessione del recapito a società private.

Venerdì 25 maggio 2018 c'è stata una protesta proclamata dai sindacati Cobas Poste Lavoro Privato, Cub Poste e Si Cobas.
Devo fare una doverosa premessa: è necessario volgere un appello anche ai cittadini utenti, che subiranno le conseguenze di questo ulteriore stravolgimento del servizio postale.
Recapito a singhiozzo, ritardi, e consegne di bollette scadute ed altro sono ormai all’ordine del giorno, fanno parte di una strategia che con molta probabilità, in un futuro non lontano porterà alla svendita e alla cessione del recapito a società private.


Quello che si lamenta è il mancato riconoscimento del dovuto a lavoratori e lavoratrici nell’attuale contratto.
Gli accordi extra-contrattuali, presi tra l’azienda e i principali sindacati nazionali, non quelli che hanno indetto lo sciopero, non fanno altro che portare ad una riduzione del personale, favorendo la speculazione economica degli azionisti privati, di conseguenza, si riducono i numeri degli uffici postali in Italia e vengono tagliati i servizi, con il recapito della corrispondenza a giorni alterni ed ovviamente ciò porta disagi anche ai cittadini, che si ritrovano uno scadente e diradato servizio pubblico.
I lavoratori di Poste Italiane, invece, vengono sottoposti a quello che assomiglia sempre più ad un regime di vessazione e di sfruttamento.
Nonostante quello che l'opinione pubblica possa pensare i portalettere sono sovraccaricati di lavoro e lo saranno maggiormente con il nuovo piano riorganizzativo. 
Non ultimo c’è anche lo stipendio, tra i più bassi d’Europa ed altri aspetti più specifici del lavoro e della gestione del personale.

I Sindacati citati si sono uniti per promuovere uno sciopero serio, per arginare, se non fermare, "una serie di problematiche serie"; lo scopo è quello di dare un forte segnale alla dirigenza di Poste Italiane, che ha sempre come obiettivo l’idea di privatizzarsi.

La durata dello stop nazionale è stata di 24 ore ed ha visto anche diverse manifestazioni nelle città di Firenze, Milano, Roma Torino e Salerno.
A Treviso, invece, c'è stato un presidio in Piazza della Vittoria.
L’unica regione esclusa dallo sciopero è stato il Molise.


In questo contesto è necessario volgere un appello anche ai cittadini utenti, che subiranno le conseguenze di questo ulteriore stravolgimento del servizio postale. Recapito a singhiozzo, ritardi, e consegne di bollette scadute ed altro sono ormai all’ordine del giorno, fanno parte di una strategia che con molta probabilità, in un futuro non lontano porterà alla svendita e alla cessione del recapito a società private. Noi come lavoratori e utenti nel contempo chiamiamo i cittadini a rivendicare insieme a noi la qualità e il servizio pubblico. La lotta a difesa dei posti di lavoro è legata alla qualità del servizio, e dovremo difenderli entrambi creando un fronte comune, perché il servizio postale come la sanità, la scuola, i trasporti, l’assistenza ecc. sono un bene e una conquista sociale……. un bene comune.

A questo punto voglio fare un appunto a Cgl, Cisl, Uil e sindacati che hanno firmato l'accordo con l'azienda per la riorganizzazione del recapito.

ed userò dei termini abbastanza coloriti:
"Se me la mette nel culo l'azienda; è chiaro che non sono d'accordo, ma quella fa i cazzi suoi e mi paga lo stipendio!
Se me la mette nel culo il sindacato, questo non solo mi stupra, ma il sindacato lo pago io"!

Voglio dire che non è ammissibile, qualsiasi siano state le motivazioni che hanno spinto queste sigle sindacali a siglare questa assurdità, a farlo senza chiedere, tra le altre cose, il parere dei loro iscritti.

Non si può arrivare in ufficio "a cose fatte" e raccontare di queste nefaste decisioni (delle quali non avete capito una minchia neppure voi) e continuare la manfrina del sindacato che difende il lavoratore.

Questa pugnalata costerà molto in termini di tessere che, oltre al danno la beffa, hanno visto un aumento di "costo" questo mese.

Sicuramente non avete firmato a nome dei lavoratori, soprattutto per il fatto che non li avete avvisati.

D'altro canto è bello, giusto e toccante il seguente messaggio dei Cobas:
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APPELLO alle LAVORATRICI e LAVORATORI di Poste Italiane.

Cara collega, caro collega di poste italiane , abbiamo deciso di rivolgerci personalmente a te perché siamo in un momento cruciale e di svolta della nostra vita lavorativa. L’attacco che sta portando avanti questa azienda non ha precedenti e quello che era stato prospettato già da tempo, ora sta entrando a grandi passi nella sua fase di realizzazione. I “cambiamenti”, o per meglio dire gli stravolgimenti, non sono indirizzati solo agli operatori del recapito, ma a tutta la categoria: dal bancoposta ai CMP, indistintamente a tutti i lavoratori di poste italiane. Il costante taglio di posti di lavoro, gli aumenti dei carichi lavorativi, la scadente qualità del servizio e il ricorso a giovani lavoratori precari “utilizzati” senza prospettive future, la dicono lunga su quelli che sono i fini aziendali, fini che si racchiudono in un unico obbiettivo che si chiama profitto. È in nome del profitto che tentano di stravolgerci la vita, mettendo a dura prova la nostra capacità e persino la nostra vita privata. Stanno, di fatto, annientando il servizio pubblico: ritardi, consegne di bollette scadute e recapito a giorni alterni, fanno parte di una strategia che in futuro porterà con molta probabilità a una cessione di rami di azienda e il recapito è uno di questi, perche ritenuto improduttivo. Intanto i vertici aziendali cancellano e riscrivono le normative, parlano di efficienza e “professionalità” che viene misurata dal numero di operazioni che riusciamo a svolgere, dai prodotti che riusciamo a vendere, dagli “investimenti” che riusciamo a proporre e da quante volte ci siamo alzati dallo sportello per andare al bagno. Stessa cosa per il recapito, nonostante continuino a ripetere che c’è un calo di corrispondenza, le operazioni svolte dai portalettere sono aumentate, cartelle esattoriali , tracciatura al civico, consegna di pacchi ecc ., si aggiungono alle mansioni di sempre, il tutto in una tempistica ormai ridotta all’inverosimile. E, nonostante l’impegno, lo sforzo profuso da ognuno di noi, per garantire il lavoro quotidiano e un servizio pubblico degno di questo nome, ci stanno con il fiato sul collo, siamo costantemente monitorati e controllati. Tanti lavoratori/ici si sentono costretti a rimanere in ufficio anche oltre l’orario, senza riconoscimenti e senza straordinario. Proprio perché il ritmo di lavoro che ci viene imposto non è più sostenibile, gli infortuni sono in costante aumento e ci si ammala anche di stress.
Quelli che oggi chiamano “clienti”, persone con le quali abbiamo relazionato per anni, uomini, donne, anziani che all’ufficio postale ci chiedevano consigli su come depositare i propri risparmi, le stesse persone che incontravamo in un paese di campagna o in città che ci accoglievano con un sorriso, alla consegna della posta e nelle giornate di freddo o di pioggia ci aspettavano con una bevanda calda, fanno parte ormai di un romantico passato poiché i ritmi attuali non concedono la possibilità di alcun rapporto con i nostri utenti.
In un’economia globalizzata, dove il mondo del lavoro cambia, le regole vengono riscritte e i diritti e le certezze vengono abbattuti, anche tra i lavoratori si comincia a credere che per mantenere un posto di lavoro bisogna essere “competitivi“…“bisogna mettersi in gioco“, essere “flessibili“… Ecco come ci vorrebbero e come hanno disegnato il nostro futuro lavorativo: dei “tuttofare” con un misero salario da utilizzare a seconda delle esigenze, con turni e orari che non tengono in considerazione della vita personale di ognuno di noi. È ora di finirla, non possiamo accettare che ci venga ripetuto (sindacalisti in testa) che bisogna accontentarsi perché da “altre parti si sta peggio”, seguendo questa logica perderemo sempre più diritti e diverremo sempre più schiavi. È giunto il momento di arginare questa deriva, di delegittimare un sindacato filo aziendalista che fa a meno del confronto e delle consultazioni con i lavoratori/ici. Caro collega, cara collega in questi giorni stiamo costruendo uno
SCIOPERO NAZIONALE IL 25 MAGGIO 2018

che interesserà tutti i settori, non solo il recapito e la sportelleria, per ribadire che bisogna dire basta a tutto questo. Crediamo che la tua partecipazione sia fondamentale , che sia l’inizio di un percorso che ci coinvolga direttamente, uniti per difendere il nostro futuro. Anche s e deciderai di mantenere una posizione passiva e fare finta che non sta succedendo niente non sarai uno spettatore “neutrale“ perché in qualche modo comunque hai deciso da che parte stare .
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Ma anche a questi dico:
E si doveva arrivare a Maggio per promuovere iniziative del genere?
Ci si crede veramente o è solamente un modo per far notare l'esistenza?
E' una partita che si andrà a giocare seriamente con possibilità di riuscita o assomiglia a quello che un vero e proprio campionato, ma simulato, di serie A organizzato dall' ASD Peek A Boo Sporting Club che ha nomi e colori delle squadre, ma è fatto da ragazzi che nulla hanno a che fare con i club della massima serie?

Altra mazzata la rivolgo ai mass media; in quanti hanno dato notizia di questo sciopero?
Dalle testate giornalistiche "ufficiali" a quelle dei "supereroi" tipo "Le Iene" il nulla più assoluto.
Poi magari verranno a consolare qualche cliente insoddisfatto al quale non è arrivata qualche comunicazione urgente, al quale potrebbe essere stata rovinata la vita, ecc...
Bèh…. a quel punto le repliche ve le sarete andate a cercare.
I supereroi veri sono ogni giorno sulla strada.

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